Come dare feedback costruttivi

Come dare feedback costruttivi

L’arte della critica è la capacità di trasformare i feedback negativi in messaggi di crescita. Ed è una capacità utilissima da apprendere per tutti coloro che vogliono essere dei buoni manager, genitori e partner.

 

Una critica può avere effetti di grande portata. Le sue conseguenze possono essere molto positive: come aiutare le persone a migliorare e acquisire fiducia in sé stesse. Ma anche devastanti: come portare un dipendente a smettere di lavorare con impegno, un figlio a convincersi di non avere possibilità con lo studio e una coppia a separarsi.

 

In quest’articolo ci concentriamo sugli elementi che dovrebbe avere una buona critica e le strategie per renderla il più efficace possibile.

Critica qualcosa, non qualcuno

Il primo errore molto frequente è quello di criticare una persona, anziché ciò che ha fatto o può fare. Una critica, per essere efficace, deve concentrarsi su un fatto, non sulla persona che l’ha svolto. In questo modo, ad essere criticato è un oggetto – un lavoro, un comportamento… – e non il suo autore.

 

Nella maggior parte dei casi, se la critica è personale, chi è criticato reagirà mettendosi sulla difensiva, cercherà di giustificarsi o vorrà sottrarsi dalla situazione in cui si trova. Solo una minoranza dei criticati lavorerà per migliorare il proprio operato, ma lo farà per paura o per sfida, non per riconoscenza, né per fiducia. Perciò: nessuna di queste reazioni porta con sé un vero miglioramento. Chi viene criticato personalmente cercherà di allontanarsi da quella relazione, che sia lavorativa, parentale o amorosa.

Quando le persone pensano che i loro fallimenti siano causati da un proprio difetto, perdono la speranza e la motivazione. Quando invece l’oggetto della critica è qualcosa di esterno a sé stessi, è più facile vederlo sotto altri occhi e considerarsi capaci di poterlo migliorare.

Specifica cosa non va bene

Cerca di dire esattamente che cosa è stato fatto male, cosa c’è di sbagliato nella situazione o a quali conseguenze porta.

Le persone che ricevono una critica generica e non specifica, rimangono confuse, non sanno da che parte cominciare per correggersi e corrono il rischio di demoralizzarsi.

L’essere specifici è utile sia per le critiche che per gli elogi. Un elogio generico avrà comunque un effetto benefico, ma non tanto come quando se ne possono trarre degli insegnamenti.

Offri una soluzione

Quando esprimi una critica verso qualcosa, spiega anche come può essere modificata e offri delle alternative per risolvere la situazione. Fai in modo che la tua critica contenga una soluzione: indica la strada per il miglioramento. Così facendo aiuterai l’altra persona a riflettere su come affrontare il problema e le offrirai degli spunti utili per risolvere situazioni simili in futuro.

Quando la tua critica offre delle soluzioni, stai gettando le basi per un’alleanza. Senza soluzioni, stai spingendo l’altra persona in un vicolo cieco.

Chiediti cosa va bene

Quasi mai una cosa è totalmente sbagliata, solo che la nostra attenzione è portata a concentrarsi su ciò che non va bene: se il parquet di casa è ammaccato, i tuoi occhi guarderanno sempre in quella direzione; se la tua auto è rigata, vedrai quel graffio ogni volta che ci sali. Tuttavia, ora che hai specificato qual è l’oggetto della tua critica, dovrebbe esserti più facile vedere anche gli aspetti positivi di un lavoro o di un comportamento. Bene! Perché non farlo notare?

Se fai fatica a esprimere una critica, aggiungere ciò che è stato fatto bene ti renderà più facile manifestarla. Di certo, aiuterà il tuo interlocutore ad accettarla di buon grado.

Fai sentire la tua presenza

Se un attimo fa hai ammesso che ti viene difficile criticare, allora è probabile che – per evitare di guardare l’altra persona negli occhi – tu preferisca farlo a distanza, ad esempio con un’e-mail. In tal caso, ti consiglio di sforzarti a comunicare le tue critiche, ma anche gli elogi, di persona e in privato. Infatti, un dialogo faccia a faccia rende meno fredda l’interazione. Inoltre, così facendo dai al tuo interlocutore la possibilità di risponderti, o chiederti un chiarimento. Insomma, una maggiore relazione umana rende la tua critica più efficace, perciò forza: fatti coraggio.

Cerca di essere sensibile

 Eh già, ancora una volta senti la parola empatia e cavoli, cosa vuole dire nel concreto? Significa percepire i sentimenti altrui, e agire di conseguenza.

In sostanza, un feedback privo di empatia, agli occhi (o meglio, alla mente) di chi lo riceve può risultare offensivo, addirittura umiliante. Perciò è naturale che generi del risentimento, dell’amarezza o della rabbia. In questi casi la persona si metterà sulla difensiva e cercherà di tenere le distanze da te.

Se invece cerchi di metterti nei panni di chi riceve il tuo feedback, ti sarà più facile formularlo in modo che sia percepito come un aiuto: qualcosa che non suoni come una minaccia, ma uno sprono a poter fare di meglio.

Cerca di percepire i sentimenti dell’altra persona e le tue critiche suoneranno come degli insegnamenti. E… certo, fai in modo che i tuoi insegnamenti siano buoni.

Fonti:

  • Daniel Goleman – Intelligenza emotiva

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