Sai raggiungere gli obiettivi che ti prefiggi? Le 4 fonti del senso di efficacia personale
Foto di Olya Kobruseva da Pexels
Questo articolo è dedicato al grande psicologo Albert Bandura, mancato il 26 luglio 2021.
Le tue abitudini mentali, gli schemi di pensiero che usi, hanno un’enorme influenza sulla tua vita. È infatti dimostrato che
- i comportamenti delle persone sono basati più sulle proprie convinzioni che sulla realtà oggettiva delle cose
- tali convinzioni contribuiscono significativamente alla motivazione e al successo
La convinzione di saper gestire le difficoltà che ti si parano davanti influenza il modo in cui pensi, ti senti, trovi la motivazione e agisci.
Le convinzioni riguardo la propria efficacia si originano da 4 fonti principali:
- L’esperienza diretta – ossia quelle occasioni in cui affronti una certa situazione
- L’esperienza vicaria – cioè l’esperienza fornita dall’osservazione di altre persone
- La persuasione – riguarda ciò che gli altri ti dicono che sai fare. Può assomigliare ad una manipolazione, ed in effetti lo è. Ne parlerò più dettagliatamente tra poco
- Gli stati emotivi e fisiologici – vale a dire l’interpretazione che dai a stanchezza, dolore, sofferenza e le conseguenze che questi stati hanno su di te: possono motivarti o scoraggiarti
L'esperienza diretta
- Le occasioni in cui affronti con successo una certa situazione ti permettono di acquisire una solida fiducia in te stesso e nella tua efficacia personale. Viceversa, i fallimenti la indeboliscono: soprattutto se accadono quando la fiducia in te stesso non è ben salda
- Fai attenzione ai facili successi. Abituarsi a superare ostacoli semplici tende a creare l’aspettativa che i risultati si possano ottenere con rapidità, con la conseguenza che – di fronte a un ostacolo più faticoso – ci si scoraggi in fretta e si mini il fragile senso di efficacia che si era costruito
- Le esperienze dalle quali trarre maggiore insegnamento sono i momenti difficili e le regressioni che capitano nella vita: agisci con perseveranza, rialzati dopo aver fallito, continua ad impegnarti. È così che ti convinci di avere ciò che ti serve per riuscire a raggiungere i tuoi obiettivi. È tenendo duro nella difficoltà che il senso di efficacia si rinforza e si rinnova di continuo
Maggiore è la fiducia che hai in te stesso e più elevati saranno gli obiettivi che ti porrai. Al contrario, se dubiti della tua efficacia tenderai a immaginare tutto ciò che potrà andare storto, mettendoti i bastoni fra le ruote. È difficile, infatti, riuscire a raggiungere i traguardi quando si è in preda a dubbi su di sé. Il pensiero ottimista di una persona con una salda fiducia in sé stessa sviluppa l’abilità di problem-solving: vale a dire la capacità di elaborare una grande quantità di informazioni, elementi ambigui e incertezze per predisporre le azioni più adeguate da intraprendere.
L’esperienza vicaria
I modelli che ci vengono mostrati dai media sono, spesso, persone che appaiono geniali e che – grazie proprio alla loro genialità – sembrano riuscire a costruire imprese straordinariamente profittevoli. Questi modelli servono a ben poco nella costruzione del proprio senso di efficacia: sono troppo lontani, romanzati e diversi da ciò che riteniamo ci somigli.
Ad esserci utile è il vedere persone simili a noi che raggiungono i propri obiettivi, con il loro impegno e le proprie capacità. Osservare come queste persone riescono ad ottenere i risultati che si prefiggono alimenta in noi la convinzione di poterci riuscire. Viceversa, osservare le persone simili a noi fallire, indebolisce questa convinzione. Quanto più simili a noi sono i modelli a cui ci riferiamo, tanto più persuasivi sono i loro successi e i loro fallimenti.
Osserva modelli che possiedono le abilità alle quali aspiri, frequentali se puoi, ascoltali, lascia che ti trasmettano conoscenze, fatti ispirare dai loro comportamenti. Ancor più che le loro competenze, apprendi l’atteggiamento mentale, la tenacia e la determinazione con i quali affrontano ostacoli e fallimenti.
La persuasione
I modelli che ci vengono mostrati dai media sono, spesso, persone che appaiono geniali e che – grazie proprio alla loro genialità – sembrano riuscire a costruire imprese straordinariamente profittevoli. Questi modelli servono a ben poco nella costruzione del proprio senso di efficacia: sono troppo lontani, romanzati e diversi da ciò che riteniamo ci somigli.
Ad esserci utile è il vedere persone simili a noi che raggiungono i propri obiettivi, con il loro impegno e le proprie capacità. Osservare come queste persone riescono ad ottenere i risultati che si prefiggono alimenta in noi la convinzione di poterci riuscire. Viceversa, osservare le persone simili a noi fallire, indebolisce questa convinzione. Quanto più simili a noi sono i modelli a cui ci riferiamo, tanto più persuasivi sono i loro successi e i loro fallimenti.
Osserva modelli che possiedono le abilità alle quali aspiri, frequentali se puoi, ascoltali, lascia che ti trasmettano conoscenze, fatti ispirare dai loro comportamenti. Ancor più che le loro competenze, apprendi l’atteggiamento mentale, la tenacia e la determinazione con i quali affrontano ostacoli e fallimenti.
Gli stati emotivi e fisiologici
Come giudichi stanchezza, dolore, sofferenza, mentre stai affrontando un periodo – o un’impresa – particolarmente faticosi e stressanti?
La percezione delle tue condizioni fisiche e mentali influenza le tue emozioni e ha impatto sulla tua convinzione di efficacia. Più che la loro intensità, ciò che è rilevante è il modo nel quale tu le interpreti.
Immagina, ad esempio, di dover tenere un discorso davanti ad una platea piuttosto vasta, che giudicherà il tuo intervento in base alla tua capacità di tenere alto il livello di interesse e alle competenze che dimostrerai di avere. Come interpreti il tuo stato d’animo poco prima di mostrarti al pubblico? Di certo c’è dell’agitazione, e quale effetto ha su di te? Ti si può chiudere lo stomaco, possono sorgerti dubbi sulla tua capacità oratoria, ti senti nervoso, hai paura di non ricordarti le parole, di perdere il filo del discorso. Stai andando nel pallone! E il pubblico? In questo stato è probabile che tu lo percepisca con ostilità, perché è proprio quello, il pubblico, a farti sentire così male.
Certo, queste sono delle opzioni. Ma puoi esercitarti a interpretare quella stessa agitazione in modo diverso: è eccitazione! Ti senti elettrizzato, ti sei preparato a dovere e tutto ciò che senti ora è una conseguenza dell’esaltazione. Certo, è l’esaltazione a metterti in subbuglio lo stomaco, e non vedi l’ora di cominciare perché, una volta sul palco, sai che minuto dopo minuto ti calmerai. E il pubblico? Lo conquisterai, cercherai di essere ammiccante, interessante e coinvolgente. Siete dalla stessa parte, tu e il pubblico, siete entrambi lì col desiderio di avere un bel ricordo di quell’esperienza.
Fonti:
Albert Bandura (a cura di) – Il senso di autoefficacia. Aspettative su di sé e azione