Sei sulla direzione giusta? La differenza fra il successo e la realizzazione personale
Photo by Sebastian Voortman
La società attuale ti spinge a perseguire il successo, facendoti credere che se lo otterrai ti sentirai una persona realizzata. Ma è davvero così?
Non proprio. La distinzione fra il successo e la realizzazione personale può essere riassunta in questo modo:
- Il successo consiste nel raggiungere degli obiettivi definiti e misurabili: un certo reddito, un’auto, una villa, uno yacht, il numero di persone che lavorano per te. La materialità del successo è facile da comprendere, è un traguardo che puoi visualizzare nella tua mente.
- L’autorealizzazione è qualcosa di più intimo, dai contorni imprecisi e più simile a una sensazione, uno stato d’animo, ma poco misurabile.
Per la nostra mente distinguere la realizzazione dal successo è faticoso. Perciò – per facilitarsi le cose – l’intelletto accetta di equiparare i due concetti. Col rischio, però, di impegnarci tanto in qualcosa che più tardi scopriamo non farci sentire affatto realizzati. E cavoli, non ci è neppure chiaro dove abbiamo sbagliato!
La realizzazione personale può essere definita con l’aspirazione ad essere ciò che sei, al massimo delle tue potenzialità e in coerenza con i tuoi valori. Uno stato che presuppone un elevato livello di conoscenza e accettazione di sé.
Il successo è più simile alla soddisfazione di un bisogno comune a tutti noi: quello di essere stimati e rispettati. Il bisogno, cioè, che le tue capacità vengano riconosciute dalla comunità di cui fai parte.
Cosa vuoi e perché lo vuoi
Riunisci un gruppo abbastanza numeroso di imprenditori di successo e poni loro la domanda: quanti di voi si sentono realizzati? Ti stupirai della risposta.
Riunisci un gruppo abbastanza numeroso di imprenditori di successo e poni loro la domanda: quanti di voi si sentono realizzati? Ti stupirai della risposta.
È successo davvero, lo racconta Simon Sinek nel suo libro Partire dal perché: ogni anno un gruppo di imprenditori di grande successo si raduna all’Endicott House del MIT poco fuori Boston per il “Raduno dei Titani” (Gathering of Titans): così viene chiamato l’evento. Questa riunione di titani raggruppa da quaranta a cinquanta proprietari di aziende, fra i più brillanti imprenditori degli Stati Uniti, molti dei quali multimilionari. Durante questo congresso venne chiesto al gruppo quanti avessero raggiunto i risultati economici che si erano prefissi. L’ottanta per cento dei presenti alzò la mano. Già di per sé questo può essere sorprendente. Ma fu la domanda successiva a stupire di più Sinek. Mentre tutti avevano ancora la mano sollevata l’oratore chiede: “Quanti di voi si sentono realizzati?”. E l’ottanta per cento delle mani l’abbassò. Quasi tutti nella stanza sentivano di non essere riusciti a realizzare le proprie aspirazioni. Molti di loro, anzi, dissero di aver perso qualcosa da quando avevano avviato le loro imprese.
Secondo Sinek la realizzazione personale è la parte non misurabile del successo: raggiungi dei risultati quando sai che cosa vuoi, lo persegui e lo ottieni. Ti senti realizzato quando sai con chiarezza perché volevi quella cosa.
Quelle persone di successo, ad un certo punto della vita persero di vista il loro perché, concentrandosi solo sul che cosa.
Autobiografia di un fallimento
[Fra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta – racconta la psicologa Carol Dweck nel suo libro Mindset – in America c’erano ben poche donne che potevano vantare un successo pari a quello di Clare Boothe Luce. Famosa scrittrice e commediografa, la Luce venne eletta due volte al Congresso e fu ambasciatrice in Italia.
“Io davvero non capisco la parola successo”, ha dichiarato. “So che le persone l’usano parlando di me, però davvero non la capisco”.
La sua vita pubblica e le tragedie private le impedirono di tornare al suo più grande amore: scrivere per il teatro. Aveva avuto un grande successo con commedie come The Women, ma per un personaggio politico sarebbe stato disdicevole continuare a scrivere commedie sexy e un po’ sboccate.
La politica non le offriva però occasione per dare prova di quell’impegno creativo che tanto apprezzava e, guardando indietro, non riuscì a perdonarsi di non aver perseguito la sua passione per il teatro. “Ho pensato spesso”, diceva, “che se dovessi scrivere un’autobiografia, l’intitolerei Autobiografia di un fallimento”].
Secondo la Dweck è una questione di ciò che vuoi ricordare, e in buon parte sono d’accordo: spesso non riesci a godere di ciò che hai perché sei concentrato su ciò che vorresti.
D’altra parte, è anche vero che il percorso di realizzazione personale passa dall’acquisire maggiore conoscenza di te stesso, dei tuoi valori e della direzione che vuoi dare alla tua vita. Come se ti dotassi di una di bussola che ti aiuta a mantenere la rotta, senza farti travolgere dagli eventi che – inevitabilmente – rischieranno di portarti fuori strada.
Fonti:
- Abraham Maslow – Motivazione e personalità
- Simon Sinek – Partire dal perché. Come tutti i grandi leader sanno ispirare collaboratori e clienti
- Carol Dweck – Mindset. Cambiare forma mentis per raggiungere il successo